Lasciare il proprio fidanzato dopo aver visto Barbie (Succede)

Come il film 'Barbie' sta cambiando il modo di pensare alle relazioni

di Dudnic Radu
Pubblicato: Ultimo aggiornamento il 8 Min.

Il mito di Barbie: più che perfezione, disincanto

La sinergia artistica tra Greta Gerwig e Noah Baumbach sembra avere tutto: il coinvolgimento emotivo, gli incassi da capogiro, e “naturalmente”, una dose generosa di plastica e sorrisi finti.

Barbie

Nel panorama cinematografico moderno, pochi film possono vantare l’abilità di scuotere il complesso ed intrecciato tessuto delle relazioni umane. Beh, non è così per la “Barbie” del 2023. Il recente lungometraggio, targato Warner Bros, è esattamente a metà strada tra un blockbuster e una profonda riflessione sul riflesso della propria pozzanghera introspettiva.

“Barbie” vanta un incasso mondiale di oltre 775 milioni di dollari fino ad ora. Descritto come un coinvolgente viaggio, il film è caratterizzato da diversi strati di interpretazione. Apparentemente sembra essere destinato al pubblico giovane, ma caratterizzato da uno stile leggero, la pellicola si erge come un film capace di far cadere la maschera su alcune dinamiche relazionali.

Barbie: Oltre la facciata rosa

Barbie e Ken

La Barbie reinventata da Greta Gerwig emerge come una sorta di eroina dal perfetto “savoire faire”, una voce che dà vita ad un dramma esistenziale che mette in discussione stereotipi, aspettative di genere e stagnazione sociale.
Margot Robbie dona vita a una delle Barbie dalla perfezione inquietante. La “mise” perfetta del personaggio è solo la punta dell’iceberg di un dramma esistenziale che abbatte massivi stereotipi di genere e aspettative sociali. In un background pink sono proprie le Barbie a governare questo piccolo mondo spensierato, ma dai giorni sempre uguali. Questa utopia ritrae una realtà in cui le donne reggono le redini e occupano influenti posizioni sociali. E gli uomini? Beh, gli uomini sono solo uomini, occupano semplicemente il loro spazio e assumono un ruolo quasi marginale.

Un equilibrio tra satira e pathos raggiunge, attraverso l’uso di un sottile ma tagliente umorismo, una ricerca di autoconsapevolezza da parte dei personaggi principali.

L’idea di perfezione interpretata dall’impeccabile Margot Robbie e lo sfarzoso, ma irresistibilmente stupido, Ryan Gosling sfida così gli schemi stereotipati che una superficiale idea del film dovrebbe lasciare. E’ così che viene rivelato un mondo che non segue logiche convenzionali.

Scuotendo la realtà attraverso il cinema

Il film offre uno specchio distopico, invitandoci a considerare quanto sia essenziale abbattere le barriere di genere e ad abbracciare una visione poliedrica delle identità e dei ruoli. La trama del film ci conduce attraverso un breve viaggio di formazione, in cui la Barbie stereotipata inizia a mettere in discussione la sua vita. Mossa da inspiegabili pensieri malinconici che non le si addicono, Barbie affronta un cammino verso, la tanto temuta realtà.

A proposito di realtà

I registi, hanno lasciato molti spettatori a bocca aperta e, in alcuni casi, con la voglia di premere il tasto “Cancel” sulle proprie relazioni.

Barbie

Theresa Arzate, 27 anni, di Dallas, ha condiviso su Twitter che la reazione del suo ex ragazzo al cinema è stata la spinta di cui aveva bisogno per mettere fine alla relazione. “Grazie, ‘Barbie’, per darmi potere, per darmi fiducia, per farmi capire che merito di meglio.”

La realtà, in questo caso, va di pari passo con la fantasia. Quest’effetto non è solo una fantasticheria cinematografica, ma una concretezza che si riflette nella vita reale.

Come un effetto domino, la proiezione del film dirige chi lo guarda verso il punto di svolta: non c’è una formula magica del tipo “Se mi lasci ti cancello“, ma piuttosto un senso di disincanto e di aspirazione alla purificazione.

L’esperienza post-film ha spinto Theresa a concludere: «Abbiamo concordato che non eravamo sulla stessa lunghezza d’onda. Potremmo discutere all’infinito su chi, tra i generi, affronti le sfide maggiori nella vita

«Barbie mi ha aiutato a uscire da un ciclo caratterizzato con persone con cui non mi corrispondevano veramente, per riportarmi a scoprire cosa voglio dalla vita», ha detto.

Altre esperienze su Barbie condivise sul Web

E non è l’unico caso. Il Web lascia spazio a più interpretazioni: Melanie Butler, 27 anni, della Florida, ha utilizzato TikTok per condividere come spera che le donne eterosessuali utilizzino Barbie per decifrare gli uomini con cui hanno a che fare.

«Barbie ci insegna ad empatizzare con gli altri così come con noi stesse. Se qualcuno è in grado di esprimere come il film lo ha fatto sentire invece di fermarsi a temi di superficie, dimostra di saper riconoscere le proprie emozioni», ha dichiarato Butler a HuffPost.

La domanda dunque è: «Avete mai sperimentato un cambiamento interiore a seguito della visione di un film?»

Alla luce di queste testimonianze, ci si interroga sul ruolo che l’arte ha sulla nostra quotidianità. Sono soltanto quelle ore in cui la nostra attenzione è concentrata sulla pellicola ad avere la meglio? O piuttosto il richiamo al cambiamento dopo la sua visione?
Risponde Aristotele per noi, che non ha visto la pellicola, ma sapeva già bene di cosa stiamo parlando. Coniando il concetto di “Catarsi“, uno dei pilastri della filosofia greca, sembra sapersi spiegare bene.
Catarsi è la purificazione o liberazione dell’anima dai vizi o mali interiori, così come con i bagni e la medicina si detergono i corpi.
Il concetto di catarsi è di grande importanza soprattutto per la connessione in cui Aristotele lo pose con il problema dell’arte. Aristotele osserva come la partecipazione passionale che si realizza nello spettatore rispetto alle vicende del dramma non è semplicemente passiva, ma rappresenta anzi quasi uno sfogo. Una liberazione da ciò che nell’anima corrisponde al pathos, e dunque porta ad una forma di rasserenamento e calma interiore.

di Radu Dudnic


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