Pablo Marì….ma non solo. Cosa è successo ad Assago

di Francesco Alessandro Balducci
6 Min.

La notizia ha fatto il giro del web già dopo poche ore, complice il fatto che, tra gli interessati, c’era anche il difensore del Monza, Pablo Marì. Ma quanto successo nel centro commerciale Milanofiori di Assago va ben oltre il concetto di semplice “tragedia” causata da uno squilibrato.

Il fatto

Partiamo con ordine. Milanofiori è un mastodontico sito commerciale ad Assago, comune alle porte di Milano. In questo enorme complesso architettonico, il Carrefour, centro commerciale vero e proprio, si collega con una serie di negozi di vario genere, un cinema e una palestra a pochi passi. In un giovedì pomeriggio qualsiasi, Andrea Tombolini, 46 anni, ha turbato la “frenetica tranquillità” del centro. Tombolini soffre di disturbi psichici. Già qualche giorno fa era finito al pronto soccorso per essersi colpito violentemente testa e volto. Questa volta, invece, la sua rabbia si è sfogata verso altre persone. Cosa che, non che ciò possa rappresentare un’attenuante, finora non era mai successa.

Tra queste persone c’era il difensore centrale 29enne del Monza, lo spagnolo Pablo Marì. Il giocatore è stato colpito alla schiena e subito trasferito all’Ospedale Metropolitano di Niguarda. Fortunatamente la sua vita non è a rischio. La prognosi parla di due mesi di stop, prima di un possibile rientro in campo. Il Monza, dal canto suo, ha chiesto ufficialmente alla Lega Serie A di rinviare la sua partita contro il Bologna, prevista per lunedì 31 ottobre alle ore 20:45 all’U-Power Stadium, casa del Monza. La motivazione della proposta era lo shock a cui tutto il resto della squadra, saputa la notizia, è stata sottoposta. La Lega, almeno ad ora, ha confermato che il match si giocherà regolarmente. Ma non è da escludere che possano emergere altre novità nell’immediato futuro.

Un destino molto più crudele è capitato ad uno dei dipendenti del centro commerciale. Si tratta di Luis Fernando Ruggieri, un 47 di origine boliviana, colpito a petto e addome, che ha perso la vita. Al momento dei soccorsi era già in arresto cardiaco ed è morto poco dopo. Salve le altre quattro persone coinvolte dalla furia di Tombolini, che ha agito per circa un minuto, riuscendo a colpire ben sei persone e a scatenare il terrore a Milanofiori.

Riflessioni

Quella di Assago non è che l’ennesima riprova di quanto la società quotidiana italiana sia sottoosta ad un sostrato di mascolinità tossica. Perchè no…non sarebbe giusto liquidare tutto ad una semplice questione patologica dell’aggressore-killer. Tombolini soffre di disturbi psichiatrici, ma questo ha ben poco a che fare con l’evoluzione della vicenda. Interrogato, al momento dell’arresto, la sua risposta è stata “Pensavo di star male, di essere ammalato. Ho visto tutte quelle persone felici, che stavano bene, e ho provato invidia“.

Parliamo di una mascolinità che spinge ad adottare comportamenti tossici, in quanto violenti e con finalità di sovrastare il prossimo. Comportamenti derivanti dal pregiudizio che per essere un uomo di successo devi “dominare” l’altro. E che aggressività e violenza siano i mezzi con il quale dimostrare la propria “forza“. La colpa non sta nel genere, ma neanche nell’individuo. Sta nel pregiudizio, sta nella credenza popolarmete diffusa. Sta in tutto ciò che spinge a credere che per affermare sè stessi, biosgna spingere all’annullamento del prossimo.

Ma altrettanto grave è anche la risposta di alcune istituzioni a questa vicenda. La Procura di Milano ha chiesto al centro commerciale di eliminare forbici e coltelli dagli scaffali, per scongiurare il rischio di emulazione. Ancora una volta ci si dirige verso qualcosa che assomiglia al “victim blaming“. Certo… non si è arrivato a giustificare il colpevole e colpevolizzare la vittima, come accade nei comuni casi che vengono catalogati sotto il nom di victim blaming. Ma poco ci manca, se la soluzione che si è scelto di adottare è quella di eliminare i coltelli, quasi fossero essi il colpevole del fatto.

Fortunatamente, una voce fuori dal coro si è alzata, ed è quella della Lega. “Quella di Assago è una tragedia senza responsabili a cui pensiamo ingenuamente di porre riparo togliendo dagli scaffali dei negozi coltelli da cucina e forbici da sarta. Ma non affrontiamo seriamente la responsabilità penale dello psichiatra che aveva in cura il 46enne che ha colpito sei persone con un coltello uccidendone una, e soprattutto del diritto collettivo alla sicurezza che in alcune parti la Legge Basaglia ha disintegrato“. Queste parole provengono dal consigliere regionale della Lega e componente della Commissione Carceri di Regione Lombardia, Max Bastoni. Lasciando da parte il discorso eminentemente politico della seconda parte del messaggio, francamente come non essere d’accordo col primo paragrafo?

Una risposta sensata ad una vicenda che, francamente, di sensato non ha nulla. Resta solo tanta paura, un vittima innocente che ha perso la vita, cinque persone inutilmente colpite.

Scritto da Francesco Alessandro Balducci


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