Anche in India gli agricoltori protestano contro il governo

di Mirko Aufiero
Pubblicato: Ultimo aggiornamento il 3 Min.

Decine di migliaia di agricoltori in India marciano verso la capitale. Le proteste degli agricoltori contro il governo Modi

Da martedì gli agricoltori degli stati indiani dell’Haryana e del Punjab hanno bloccato le autostrade e manifestato contro il governo. Decine di migliaia gli agricoltori che – a bordo di trattori e carri – si sono messi in marcia verso la capitale Nuova Delhi per chiedere misure di sostegno per il settore.

Gli agricoltori accusano il governo Modi di non aver rispettato le promesse del 2021, quando – a seguito di un’altra protesta nel 2020 – aveva promesso il ritiro di alcune riforme e l’introduzione di prezzi minimi per alcuni prodotti dell’agricoltura.

Già allora il movimento di protesta aveva bloccato diverse autostrade nazionali collegate alla capitale. Quest’anno il movimento afferma di voler raggiungere pacificamente Nuova Delhi, ma le autorità gliel’hanno impedito bloccandolo al confine tra Punjab e Haryana.

La polizia ha usato gas lacrimogeni e proiettili di gomma contro i manifestanti, i quali hanno risposto scagliando pietre. Le autorità hanno anche vietato le manifestazioni nelle città e sospeso i servizi internet nello stato dell’Haryana. Nuova Delhi è invece barricata su tre lati con filo spinato, blocchi di cemento e recinzioni per ostacolare le proteste.

Cosa chiedono gli agricoltori

Le proteste sono iniziate martedì, in seguito al fallimento delle trattative tra il governo e i rappresentanti della protesta. Gli agricoltori avevano rinfacciato al governo Modi di non aver rispettato le promesse fatte a seguito delle proteste del 2020 e chiesto nuove agevolazioni.

La principale richiesta riguarda i prezzi minimi di sostegno (MSP), ossia le tariffe alle quali il governo acquista i prodotti agricoli dagli agricoltori e che proteggono il mercato interno. L’MSP viene fissato due volte all’anno dal governo per oltre venti prodotti, in particolare per grano e riso. Gli agricoltori chiedono che queste tariffe vengano estese a ogni coltura.

Inoltre, chiedono la cancellazione dei loro debiti, il raddoppio fino a 200 dei giorni lavorativi previsti dal sistema per l’occupazione rurale e il ritiro dall’Organizzazione mondiale del commercio (OMC).

Perché le proteste preoccupano Modi

Gli agricoltori sono il blocco elettorale più influente dell’India, motivo per cui garantirsi il consenso presso questo gruppo è fondamentale in vista delle elezioni di aprile-maggio. Il partito di Narendra Modi – Bharatiya Janata Party (BJP) – punta infatti al terzo mandato consecutivo.

Lunedì i ministri federali hanno tenuto un incontro con i sindacati agricoli, trovando punti in comune su alcune richieste ma non sui MSP. Nel frattempo, più di 200 sindacati hanno aderito alle proteste, mentre agricoltori e sindacati hanno indetto scioperi durante i quali non verranno svolte attività agricole.


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