America Latina, tra crisi e violenza

di Emanuele Lo Giudice
7 Min.

L’America Latina affronta ad oggi diverse crisi, alcune delle quali profonde e violente. Vediamo insieme cosa succede.

Nell’analisi delle crisi internazionali, non di rado si volge lo sguardo all’America Latina, parte del continente americano che plurime volte si è trovato ad affrontare crisi di diverse ampiezze. Anche oggi, nonostante i tentativi di riaggiustamento politico-sociale, diversi paesi dell’America Latina, ma anche dei Caraibi, si trovano al centro si crisi interne e regionali pesanti. Casi importanti, tra i tanti, non solo quelli di Haiti e dell’Ecuador, ma anche dell’Argentina e del Venezuela.

America Latina

Vediamo insieme che cosa sta accadendo e cerchiamo di capire perché non sono eventi da lasciare a sé stessi. Nello globalizzazione e nella fluidità che ad oggi connota il nostro mondo, una crisi ha ripercussioni su tutti noi, anche se avviene in zone geograficamente a noi lontane.

Uno sguardo generale

Uscita dal ‘900 con alle spalle pesanti dittature militari in diverse Repubbliche, l’America Latina ha cercato di migliorare le proprie condizioni socio-economiche, nonostante multiple difficoltà. Negli ultimi anni, oltre a crisi economiche e naturali, il sud del continente americano ha fronteggiato la pandemia covid e plurime storture democratiche. Alla contrazione economica e all’aumento della disoccupazione si sono affiancate crisi politiche e violenza, che rischiano di degenerare in crisi ancora più profonde. 

È il caso di Haiti, nel Caraibi, dove le gang criminali e la crisi sanitaria lede profondamente i diritti umani, oltre che alla stabilità del Paese, ormai al collasso socio-politico-sanitario. Lo è anche il caso dell’Ecuador, dove negli ultimi anni l’indice di violenza si è alzato, rendendo il Paese “il più violento dell’America Latina”. Lo è anche l’Argentina, economicamente precaria, devastata ora dalle proteste civili contro le misure economiche virate dal nuovo governo. Questi sono alcuni dei casi a cui si può fare riferimento, non togliendo nulla alle altre crisi presenti sia nei Caraibi che nelle Repubbliche Sudamericane.

Haiti: la perla dei caraibi al collasso

Haiti è ormai sull’orlo di una guerra civile, come sostenuto dal Presidente della Repubblica Dominicana Abidaner. La situazione in cui versa Haiti e, principalmente, la capitale Port-au-Prince, è alquanto seria. In situazione già precaria a causa dei lasciti del terremoto del 2010 e del fallimento delle operazioni ONU conclusesi nel 2014, dal 2021 Haiti vive in una situazione disastrosa. Con l’assassinio del Presidente Moïse e la concentrazione dei poteri nelle mani di Ariel Henry, la crisi socio-politica della repubblica haitiana è andata progressivamente peggiorando, aggravando inoltre la situazione sanitaria della popolazione.

La precarietà economica, ma anche la poca disponibilità di cure e medicinali, rischia di portare definitivamente al collasso la Repubblica, che già da mesi richiede l’intervento ONU. Quest’ultimo, in realtà, servirebbe a sedare le gang criminali che controllano sempre di più il territorio, terrorizzando la popolazione e generando caos sempre più profondo.

Sono migliaia le persone uccise negli ultimi anni, più di mille solo nel 2018, anno più cruento fino ad ora. Numerose anche le proteste contro Henry, al quale viene continuamente richiesto di dimettersi, così da ristabilire l’ordine costituzionale che negli ultimi anni è stato compresso e delegittimato. 

Ecuador, il “più violento dell’America Latina”

America Latina

Le stime del 2023 riportano che l’Ecuador chiude l’anno con il più alto tasso di omicidi della regione. Rispetto al 2022, l’incremento è stato del 71,5%, un dato forte, anche considerando che si parla di 46 morti ogni 100mila abitanti. L’aumento della violenza riguarda soprattutto la regione di Guayaquil, ormai cardine del narcotraffico e dello smercio destinato a nord, negli Stati Uniti, e ad est, verso l’Europa. L’ecuador non risulta essere solo il Paese più violento del continente, ma anche tra i primi 20 Paesi al mondo per il numero si omicidi.

L’escalation di violenza ha portato lo Stato in stato di emergenza, dichiarato dal Presidente Noboa agli inizi di gennaio. Sebbene anni fa l’Ecuador fosse fuori pericolo dalla violenza del narcotraffico, è negli ultimi anni che la minaccia dei cartelli ha iniziato a gravare sul paese, ormai divenuto un vero e proprio « centro logistico » per il traffico internazionale. Inoltre, il sistema penitenziario, appesantito dai molteplici arresti, è largamente abbandonato dallo Stato, come denunciato sia da organizzazioni per i diritti umani che dalla Commissione interamericana per i diritti umani. 

Ad oggi l’Ecuador si trova ad affrontare un « conflitto armato interno », come riconosciuto dal decreto emergenza varato da Noboa, che ha dichiarato come « terroristiche » più di 20 organizzazioni criminali. 

In Ecuador si attende un referendum, che la Corte Suprema deve ancora approvare, riguardo il potenziamento governativo nella lotta al crimine organizzato. Del referendum, al momento, non si hanno però ulteriori informazioni. 

Perché ci deve interessare dell’America Latina?

Le crisi internazionali riguardano sempre tutti, soprattutto in considerazione a transnazionalità degli eventi, come la questione del narcotraffico, che eccede i confini statali. Il tumulto, anche economico, che l’America Latina si trova ad affrontare non solo ci riguarda, in quanto cittadini dello stesso mondo, ma ci obbliga a mobilitarci in seno alle organizzazioni internazionali – per quanto possibile – per attenuare le crisi. La diplomazia internazionale è necessaria, dunque, a reprimere la crisi, specialmente nelle crisi di frontiera, come quella che si è ultimamente aperta tra il Venezuela e la Guyana.

Come ci riguarda la crisi del Medio Oriente e asiatica, nel caso di Taiwan, anche quelle sudamericane non vanno dimenticate. 

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