Accesso al porno nel mondo, tra censura e restrizioni

di Alessia Giurintano
5 Min.

L’acceso ad Internet nel mondo presenta una situazione differenziata a varie latitudini. Il porno, è un caso caratteristico che si muove tra due poli: la censura e la restrizione.

Le sfere che entrano in campo sul tema dell’accesso al porno, sono molteplici: si parla di legalità, moralità, etica, religione, fino alla politica.

Infatti, la disponibilità di questi contenuti, è disciplinata da precise disposizioni politiche, che possono sfociare in provvedimenti penali per la possibile mancata osservanza delle stesse.

Porno

La situazione nel mondo e la scala crescente di limitazioni per l’accesso al porno

Una ricerca di Comparitech, relativa alla censura di Internet su scala globale (Internet Censoriship: A Global Map of Internet Restrictions), aggiornata al 2023, mostra quale sia la situazione nel mondo.

Prendendo in considerazione una scala di indici di tipo crescente, da 1 a 10, quello che spicca dai dati è una massiccia limitazione nell’accesso ai contenuti, che riguarda principalmente questi paesi:

  1. Cina, Corea del Nord e Iran (con il punteggio più alto registrato), dove vige un forte controllo politico che riguarda il porno e Internet in generale, incluse le app di messaggistica.
  2. Iraq, Pakistan e Turkmenistan, dove si registra un punteggio appena poco inferiore per alcune disponibilità di accesso al VPN. Anche qui è forte la pressione politica, che risulta essere, come sopra, onnicomprensiva.
  3. Russia, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita: In Russia non è vietato in maniera assoluta il porno, sebbene alcuni siti web siano stati chiusi soprattutto per i contenuti occidentali. Si registrano inoltre delle limitazioni sulla vendita di questi contenuti. Emirati Arabi e Arabia Saudita detengono il controllo dei siti web e delle app, e questo ha dato avvio ad un intenso processo di chiusura. Il porno è bannato, sebbene circolino dei siti che consentano l’accesso. Ma sono siti che eludono le disposizioni statali.

Per quanto riguarda l’Europa, l’accesso al porno è diffuso più o meno su tutto il territorio, ma con limitazioni che riguardano l’età. Paesi come il Regno Unito e la Germania, hanno infatti avviato dei controlli di verifica successivi alla legge sulla sicurezza online, recentemente approvata. L’accesso è infatti consentito solo ai maggiorenni.

In Sud America, peculiare è la limitazione della pornografia in Venezuela.

Il porno: antropologia del pudore

Nel campo di studi antropologico riguardo alla pornografia, l’analisi parte dalla società e dall‘individuo, passando per la rappresentazione di sé e degli altri.

La società contemporanea, immersa nel capitalismo, ovvero una economia-mondo che coinvolge merci, persone ed idee, è inscritta in una dinamica di continua esposizione.

L’individuo, singolo liquido della massa, ne esce dunque contaminato e ambiguo, e sempre più esposto.

La pornografia ingloba queste dimensioni: la mercificazione, l’esposizione, la massificazione e il pudore.

Il pudore è il sentimento di vergogna, di disagio. Si manifesta quando un individuo è spettatore di manifestazioni sessuali, contro la sua volontà; oppure quando è egli stesso l’attore sociale principale, oggetto di sguardi altrui.

Il pudore è legittimato dalla società come sensibilità comune, condivisa. L’osceno, si configura come sua diretta contraddizione, come suo opposto.

La dimensione religiosa come fattore di censura

L’Islam non proibisce il sesso, ma lo relega piuttosto ad una dimensione privata, di coppia. La diffusione di materiali sessuali, è considerata una perversione, una immoralità che istigherebbe ad atti vergognosi o violenti, dall’adulterio allo stupro:

«Il mio Signore ha vietato solo le turpitudini palesi o nascoste, il peccato e la ribellione ingiusta, l’attribuire ad Allah consimili a proposito dei quali [Egli] non ha concesso autorità alcuna e il dire contro Allah cose di cui non conoscete nulla»(Corano 7:33)

Articoli Correlati