Dopo l’occupazione della facoltà di Scienze Politiche all’Università La Sapienza, a Roma continuano le proteste a favore della Palestina. Seguono proteste anche a L’Orientale di Napoli e nei licei Vico e Pilo Albertelli, rispettivamente nel capoluogo campano e nella capitale.
“Palestina Libera” il grido di protesta
Al grido di protesta solidale verso la Palestina, in vista della mobilitazione per il sostegno al popolo di Gaza e Cisgiordania, sono state occupate le università La Sapienza e L’Orientale. Queste proteste sono iniziate lunedì scorso e sono approdate anche nei licei.
Nel capoluogo campano il liceo Vico è stato occupato venerdì 9 novembre dagli studenti insieme agli aderenti al coordinamento Kaos. La motivazione è quella di mandare un messaggio di solidarietà al popolo palestinese. La stessa cosa è avvenuta nella capitale nel liceo Pico Albertelli. Le parole degli studenti del movimento Osa: «abbraccio solidale con un pensiero particolare a quei nostri coetanei che dovrebbero stare a scuola ma non possono perché sono sotto i bombardamenti incessanti».
Dall’occupazione dell’ateneo romano al corteo al Verano
A Roma, dopo l’occupazione della facoltà di Scienze Politiche, i ragazzi di “Cambiare Rotta” si sono mobilitati con un corteo in piazzale Verano nella giornata di ieri 10 novembre. Questa manifestazione, dove si sono aggiunti giovani ragazzi palestinesi, si è svolta tra cori, musiche e bandiere della Palestina.
Siamo qui perché ci sono ben chiari i crimini sionisti. Siamo qui per far vedere che c’è un’altra voce in questo Paese, oltre a quella di Israele
spiega Karim Thib, portavoce del Movimento dei giovani palestinesi in Italia.
Il 15 novembre i ragazzi hanno annunciato un nuovo corteo che andrà ad anticipare le manifestazioni nazionali in tutte le scuole e le università del 17 novembre. Proprio in occasione della giornata dello studente, aderendo alla manifestazione porteranno nelle strade la solidarietà al popolo palestinese.
In disaccordo la rettrice dell’ateneo. Secondo gli studenti, «continua a schierarsi a nome di tutto l’Ateneo dalla parte di Israele e a tenere in vigore numerosi accordi». Chiedono quindi la la revoca della mozione di solidarietà con Israele votata all’unanimità dal Senato accademico dell’ateneo in data 10 ottobre.
Se l’occupazione è passata tranquilla, la manifestazione ha mostrato acque più turbolente. La richiesta della revoca della mozione è stata respinta e i manifestanti hanno dato fuoco con un fumogeno a dei fogli contenenti gli accordi tra Israele e l’università romana. A contrastare tale protesta vi sono altri studenti a favore di Israele che hanno appeso volantini con foto e storia delle persone prese in ostaggio da Hamas.
A Napoli il disagio è generale
Nel capoluogo campano, invece, il disagio della manifestazione colpisce tutti gli studenti e i lavoratori dell’ateneo. Il Senato Accademico ha preso le distanze dagli occupanti, trovando sconcertante e preoccupante l’occupazione della sede di Palazzo Giusso.
Questa protesta non rende possibile, infatti, il normale uso dell’ateneo a studenti e personale docente e amministrativo. Le attività didattiche sono state sospese e questo ha sollevato varie contro-proteste, affermando che non viene permesso «all’Istituzione di assolvere al suo ruolo di luogo di riflessione critica, di confronto libero e democratico».
Di Carola Antonucci.
Le foto presenti in questo articolo provengono da internet e si ritengono di libero utilizzo. Se un’immagine pubblicata risulta essere protetta da copyright, il legittimo proprietario può contattare lo staff scrivendo all’indirizzo email riportato nella sezione “Contatti” del sito: l’immagine sarà rimossa o accompagnata dalla firma dell’autore.