A Milano sono stati registrati livelli di biossido d’azoto 6 volte superiori alla norma

Lo studio condotto da «Cittadini per l’aria» dal 4 febbraio al 4 marzo: «I livelli di biossido d'azoto sono critici».

di Giuseppe Di Sorbo
5 Min.

L’aria di Milano è sempre più inquinata, con una concentrazione di biossido d’azoto (NO2) nettamente superiore ai limiti consentiti. È quanto emerge dal rapporto dell’associazione «Cittadini per l’aria», condotto dal 4 febbraio al 4 marzo nelle città di Roma e Milano. Le misurazioni hanno coinvolto oltre 1000 cittadini responsabili del monitoraggio dei livelli di biossido d’azoto nelle varie zone della città, tramite degli appositi strumenti forniti dall’organizzazione.

Al termine delle rilevazioni, in Lombardia è stata registrata una media di concentrazione mensile di biossido d’azoto pari a 47 microgrammi per metro cubo d’aria. Un valore superiore al limite stabilito dall’Unione Europea (40 mg/m³) e a quello dell’Oms (10 mg/m³ di media su base annua). Il report evidenzia che la concentrazione di biossido d’azoto, un gas proveniente principalmente dalle emissioni del settore dei trasporti e dai veicoli diesel, non sia omogenea in tutte le zone del capoluogo lombardo.

Livelli di biossido d'azoto a Milano
I livelli di biossido d’azoto nell’area metropolitana di Milano

Secondo la mappa elaborata da «Cittadini per l’aria», la qualità dell’aria si fa via via peggiore mentre ci si addentra nella vie dello shopping. In corso Buenos Aires la concentrazione di NO2 raggiunge addirittura i 61.3 microgrammi per metro cubo, mentre in via Senato, nei pressi del quadrilatero della moda, si sfiorano i 62.4 µg/m³.
Le periferie non se la passano meglio. Nelle aree di viale Marche e viale Tibaldi, infatti, si respira un’aria con una concentrazione di 71 µg/m³ e 74.2 µg/m³. Ma non solo. Numerosi istituti scolastici, stando alle valutazione dei tecnici, si trovano in aree urbane con un alto tasso di NO2: l’istituto comprensivo Ciresola, situato in viale Brianza, è la scuola dove si respira l’aria peggiore (ben 68.8 mg/m³).

Milano, tuttavia, non è l’unica città lombarda a destare preoccupazione. Dal rapporto si evince la situazione allarmante di Monza (59.1 µg/m³), Gallarate (52.7µg/m³), Legnano (61.3 µg/m³) e Segrate (66.7µg/m³), dove gli indicatori di biossido d’azoto superano notevolmente gli standard prestabiliti.

Lo scontro con l’Unione Europea: “Misure irrazionali”

Intanto, è scontro anche tra la classe politica. Il presidente della regione Attilio Fontana ha avanzato una proposta di revisione della direttiva UE sulla qualità dell’aria. Questa prevede il raggiungimento di «inquinamento zero» entro il 2050 in tutta Europa, con un’attenzione particolare verso le zone con una maggiore concentrazione di biossido d’azoto, come la Pianura Padana.

L’eurocamera, infatti, fra pochi giorni voterà un provvedimento per aggiornare e alzare i target di contrasto all’inquinamento atmosferico.

Una proposta che i governatori delle regioni del Nord Italia, in primis Fontana, hanno definito «assolutamente irrazionale», che porterebbe «alla chiusura della Pianura Padana». La regione Lombardia ha recentemente pubblicato un manifesto in cui chiede alle istituzioni europee di prendere in considerazione «le peculiarità del tessuto socioeconomico e produttivo e le condizioni geomorfologiche e meteoclimatiche locali». Per rispettare gli standard richiesti dall’UE, infatti, la Lombardia dovrebbe adottare delle misure drastiche e insostenibili.

Il manifesto della regione Lombardia

«Per rispettare gli standard europei in Pianura Padana bisognerebbe arrivare all’eliminazione del 75% dei veicoli, l’eliminazione del 75% degli impianti di riscaldamento domestico a metano e del 100% degli impianti di riscaldamento domestico a biomassa, l’eliminazione del 60% dei capi di bestiame (bovini e suini) e del 75% delle attività industriali».

Dura la reazione delle associazioni ambientaliste, che hanno accusato la regione Lombardia di «asfaltarsi la strada per non fare nulla per i prossimi 20 anni».

Anna Gerometa, presidente di «Cittadini per l’aria».

«L’impatto dell’inquinamento in Italia è il più elevato in Europa non solo per le condizioni orografiche della Pianura Padana, ma perché si sceglie quotidianamente di investire su azioni che generano inquinamento invece che su azioni che lo riducono».

Scritto da Giuseppe Di Sorbo


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