6 giugno 1919: il manifesto del fascismo. Cos’è?

di Emanuele Lo Giudice
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Il programma di san sepolcro, o « manifesto del fascismo », venne pubblicato su “il popolo d’Italia” il 6 giugno 1919, ma di cosa parliamo esattamente?

“Italiani! Ecco il programma di un movimento sanamente italiano. Rivoluzionario perché antidogmatico e antidemagogico; fortemente innovatore perché antipregiudizievole […]”. Recita così il preambolo del cosiddetto “Manifesto del fascismo”, pubblicato sul quotidiano politico fondato da Mussolini nel 1914. 

Nel testo, simbolo della “terza via fascista”, erano incluse diverse proposte sociali e politiche atte a contrastare gli insidi della società contemporanea. Il Manifesto si pone al centro tra destra e sinistra, da qui il nome di “via di mezzo” o, più accuratamente, “terza via”. 

Tale ideologia risale alla prima metà del XX secolo, costituitasi con l’avvento delle prime formazioni ideologiche fasciste. Era un’alternativa ai sistemi già presenti, sia comunisti che capitalisti. La nuova forma di governo cui si auspicava risultava posta al di sopra della contrapposizione partitica, anche se questa concezione si scontrava ampiamente con il sistema già vigente in Italia.

In un sistema partitico, come lo era quello italiano, la presa di potere doveva per forza avvenire tramite la formazione di un partito, cosa che cozzava con il Manifesto.

Sansepolcrismo, la premessa al fascismo

Con “sansepolcrismo” si intende il periodo storico dei primi anni del fascismo, i cui fasci di combattimento sono nati proprio in Piazza San Sepolcro, a Milano, il 23 marzo 1919. Il programma di carattere nazionalista, contenuto nel Manifesto pubblicato nel giugno dello stesso anno, andava a presentare un “antipartito”, contrario sia al misoneismo (avverso ad ogni innovazione) di destra, sia al rivoluzionarismo di sinistra. 

Le proposte contenute nel Manifesto, il quale era indirizzato ad apportare un miglioramento ideologico della società, andavano a contrastare, come detto prima, problematiche di natura sia politiche che sociale.

Inoltre, si affrontavano problematiche anche a livello militare che finanziario.

Quali punti chiave?

Nel testo completo del Manifesti dei fasci di combattimento, la cui trascrizione si può trovare qui: Manifesto dei fasci di combattimento, le numerose volontà vengono suddivise in sezione specifiche. Suffragio universale e voto alle donne, oltre che il cambiamento dell’età elettorale e l’abolizione del Senato rientravano tra i « vogliamo » nella sezione politica. Minimo di paga e orario massimo di ore di lavoro erano i punti principali delle richieste di cambiamento sociale, mentre la valorizzazione dell’Italia a livello internazionale rientrava negli auspici militari. Sebbene i fasci di combattimento inizialmente non si ponevano in modo antidemocratico, l’involuzione che si è avuta dopo lo scarno risultato delle elezioni del 1919 ha fatto sì che l’ideologia fascista si affermasse come antidemocratica. Alcune delle proposte previste dal Manifesto dei fasci di combattimento vennero realizzate nel ventennio fascista, anche se gli eventi bellici ne hanno impossibilitato la riuscita completa.

Fonti: Testo del Manifesto, ANPI, Istat

Scritto da Emanuele Lo Giudice


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