“300 milioni a partiti di 20 paesi”, la Russia viene accusata dall’intelligence americana.

di Emanuele Lo Giudice
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Trasferimento di denaro sin dal 2014, i dirigenti statunitensi accusano Mosca, l’intelligence americana avrebbe fatto accertamenti sulle attività russe.

Dall’anno dell’occupazione della Crimea, la Russia avrebbe trasferito denaro ai partiti di diversi paesi nell’esercizio della sua politica di “soft power“, ossia il potere politico di persuasione cui si arriva tramite risorse nella teoria delle relazioni internazionali.

L’accusa arriva dagli Stati Uniti sulla base di alcuni dossier dell’intelligence americana, la quale porta avanti degli studi sulle relazioni che mosca stringe con partiti euroscettici in Europa, ma anche con partiti presenti in Africa e Asia del Sud. Dal dossier i dirigenti statunitensi affermano che la cifra di cui si parla sarebbe molto più alta rispetto a quella resa nota, sostenendo che la Russia abbia incrementato e stia tuttora incrementando la sua politica di ingerenza nella politica di paesi terzi.

Gli studi avviati nel 2013 dal Centro di Intelligence Euroasiatica avevano già portato nel mirino dei media diversi partiti nazionalisti ed euroscettici, incolpati di aver stretto legami con il Cremlino. Partiti anti-liberali del Regno Unito (Ukip, prima Brexit), Germania (AfD e Partito Nazionale Democratico), Francia (Front National), Ungheria (Jobbik) e Grecia (Alba Dorata) avevano iniziato a creare legami con Mosca, tanto da portare diversi esponenti a dover rispondere ai giornali riguardo la questione. Un caso importante è quello austriaco, quando venne scoperto Strache, leader del partito di estrema destra austriaco, dialogare con parenti di un oligarca russo riguardo finanziamenti e supporti; lo scandalo portò alla sfiducia il governo di cui Strache era vice cancelliere.

Sull’onda del populismo venuto fuori nelle elezioni del 2019 del Parlamento europeo, questo ha approvato, lo scorso anno, una risoluzione che vieta ingerenze straniere nella politica europea. Al bando la Russia e la Cina, abili nel soft power, soprattutto negli ultimi mesi a seguito dell’invasione dell’Ucraina.

L’Italia tra i sovvenzionamenti russi?

Al momento l’Italia parrebbe al di fuori della lista dei paesi presenti nel dossier, ha fatto sapere Adolfo Urso, Presidente del Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica. Una riunione verrà convocata nel fine settimana per valutare gli sviluppi della vicenda, ma per il momento l’assenza dell’Italia dalla lista dei paesi coinvolti è stata confermata da Washington.

Le forze politiche italiane hanno già preso parola a tale riguardo, soprattutto i partiti del centrodestra, primi a finire nel mirino dei media. Fratelli d’Italia, che si dice libera da legami con Mosca, ha chiesto che si faccia chiarezza, eliminando l’ipotesi che anche la Lega possa aver avuto contatti. Da parte sua Salvini ha dichiarato di non avere ricevuto alcun sovvenzionamento dalla Russia, “come confermano le indagini che vanno avanti da anni”. Crosetto, co-fondatore di Fratelli d’Italia, ha parlato di “alto tradimento” mentre il centrosinistra e il M5S hanno chiesto indagini e l’intervento del Governo. Da Salvini è intanto arrivata l’accusa contro “la sinistra”, la quale “casualmente tira fuori fake news sempre prima delle votazioni”; sia lui che la leader di FdI hanno preso in considerazione la querela per coloro che “citano impropriamente” i loro partiti.

Nel frattempo Washington avvisa che l’ingerenza russa potrebbe ampliarsi nel corso dei prossimi mesi, soprattutto con l’andamento che sta prendendo la guerra russo-ucraina.

Scritto da Emanuele Lo Giudice


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